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Ti stendi al sole


   Ti stendi al sole, e mi sembri: cose.
   Conosco la carne attraverso lo spirito; sopporto con debolezza. Poi viene la forza e in un soffio la porti via.
   Testimonio qualcosa di molto impreciso, ma è meglio spalmarsi il filtro solare. Prendimi la responsabilità - dici - e ammetti che attaccavi per un senso di incertezza, mentre tutto ciò che vedi è increato in tua funzione. Sostituzioni si annidano tra le ipotesi, ed è vano recriminare.
   17.30: levitazioni separano gli individui che non devono unirsi.

   Le ore sono come minuti, i minuti come ghiaia gettata nel mio stagno
interiore. A volte anche il contrario sembra odio. E' tutto leggero, come se l'autunno avesse voglia di scherzare.

   La stagione striscia, sempre più insana; stratifica nei polmoni. La provincia barcolla. Alcune tempeste si abbattono sui boschi che circondano il lago. Le foglie sono strappate dalla grandine; i rami cadono, fracassando i tetti delle macchine. Il racconto non è finito, e prosegue silenziosamente: le figure si avvicinano solo di notte, ma non si toccano mai. Gli astri si spengono. Anche vedersi diventa impossibile.
   Infine, la mattina si apre, come una finestra, ed implode in un coma celeste.



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