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Retorica e infamia


   Penso che l’istante sia molteplice e ramificato, come le fibre dei nervi e il loro modo di ragionare. La struttura delle cose deriva dall’arte. L’arte è una branca della pornografia.

   Cammino sul finire di dicembre; ovunque pozze d’acqua, finestre nere. Molte cose sono sprofondate dietro l’orizzonte, che è nascosto dalle case, dalle chiese, dalle statue incastrate a caso. Dai lampioni luce gialla. Dietro una grata c’è il buco della verità. Ci infilo la mano, e si mette a predicare:
   - Sul mausoleo transita retorica di ogni forma e colore. Libertà retorica. Memoria retorica. Anche a noi può sfuggire un appello alla giustizia. Ma cos'è la giustizia? Un'idea? Un'ideologia? Un mestiere, oppure una bandiera?
   Come lastre di marmo rubate per vestire una gloria nuova, una lieve foschia ricopre il momento e lo rende immortale, ridicolo. La coltre si ispessice, con forma solenne.
   Ti vedo mentre applaudi. Stucco e dorature sbocciano come fiori. Ti sollevo con le ciglia e voliamo tra gli ornamenti. Nonostante il tradimento e la sua infamia, assisto alla celebrazione, perché ora sono qui.



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